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Esami audiometrici: a cosa servono?

Molto semplicemente, senza esami audiometrici non riuscirei a fare quello che faccio, ovvero farti sentire
nel
modo in cui dovresti sentire senza il mio aiuto. Wow, ho appena avuto una rivelazione su me stesso, non mi sono
mai sentito così saggio.
Farti sentire bene come se non avessi bisogno di me: in fin dei conti non è questo il mio obiettivo? Quanta
verità, quanta introspezione, quanta filosofia…Socrate, Platone: fatemi spazio, grazie.
Ad ogni modo, gli esami audiometrici sono fondamentali per il mio funzionamento perché mi permettono di
ottenere
informazioni preziose sul tuo udito: merito dell'audiogramma, ovvero quel documento (cartaceo o digitale)
che
riporta gli esiti dei test.
La diagnosi, se preferisci chiamarla così.
Nella pratica, l'audiogramma è un grafico che riporta quali suoni riesci a sentire bene e quali invece ti
mettono
in difficoltà. A prima vista può sembrare una partita di tris giocata tra due persone che hanno alzato un po' il
gomito. In realtà, è un diagramma in cui le X e le O di colore blu e rosso rappresentano rispettivamente
la salute
dell'orecchio sinistro e dell'orecchio destro.
Senza entrare troppo nel tecnico, ti basti sapere che l'audiogramma, per me, rappresenta un vero e proprio
libretto delle istruzioni del tuo udito grazie al quale riesco a capire cosa funziona e cosa non funziona.
E
soprattutto come intervenire.
Grazie all'audiogramma, infatti, faccio un po' quello che fai tu quando usi Google Maps per raggiungere un
posto
che non conosci evitando traffico o pedaggi.
Per farti capire meglio, pensa all'audiogramma come ad uno spartito musicale in cui il tuo udito suggerisce le
note che riesce a sentire: io provvedo a metterle in musica.
Insomma, puoi facilmente immaginare che gli esami audiometrici sono una fase preliminare molto importante e
che
non c'è spazio per l'improvvisazione.
Non a caso, possono essere eseguiti soltanto da un tecnico audiometrista, ovvero uno specialista laureato
in
“Tecniche Audiometriche” abilitato all'esecuzione di esami strumentali (non invasivi) per la misurazione delle
capacità uditive, oppure un otorino dotato di apposita strumentazione.
Ah, se non ci fossero loro sarebbe tutto più difficile per me.
Come si fanno gli esami audiometrici?
In sostanza, vieni invitato a sentire suoni di varia frequenza e intensità attraverso un paio di cuffie:
qualcuno
lo riuscirai a sentire, qualcun altro a malapena, qualcun altro per niente.
A seconda delle risposte che fornirai, lo specialista - grazie ad appositi macchinari - riuscirà a calcolare la
tua soglia uditiva, ovvero qual è il suono minimo che riesci a sentire in una stanza silenziosa.
Oltre alla raffinatezza, questi esami sono molto preziosi perché fotografano la salute del tuo udito a
360°.
Consentono, cioè, di individuare con precisione a che livello di hertz e decibel riscontri difficoltà.
Anche perché i problemi di udito non si limitano semplicemente al volume.
Può capitare, per esempio, che riesci a percepire un suono debolissimo, ma che una parola pronunciata a volume
normale ti risulti ovattata o disturbata.
Questo per farti capire che l'udito non è bianco o nero. C'è un ampio raggio di sfumature sonore da
considerare:
saperle cogliere fa la differenza tra sentire e non sentire bene.
Vivere e non vivere appieno.
Ecco perché tutte queste informazioni sono cruciali per restituirti una buona capacità uditiva.
Informazioni che, una volta inserite nel mio cervello (microprocessore) grazie alla programmazione di un
tecnico
audioprotesista
, mi consentono di elaborare il suono proprio come serve solo ed unicamente a te.
Audiometria tonale e vocale
Gli esami audiometrici si distinguono soprattutto in due tipologie: audiometria tonale e audiometria vocale.
Spesso vengono effettuati entrambi i test nella stessa seduta, altre volte l'esame dell'udito è circoscritto
all'audiometria tonale.
La differenza è sostanzialmente questa:
- durante l'audiometria tonale sei chiamato a riconoscere i suoni di varia frequenza e intensità:
- durante l'audiometria vocale sei chiamato a riconoscere parole e sillabe di varia frequenza e intensità.
La sostanza, comunque, è sempre la stessa: ci sei tu che provi a sentire suoni e parole da un paio di cuffie mentre lo specialista ti domanda se riesci a sentire.
Semplice, affidabile, indolore e non invasivo: magari tutti gli esami medici fossero così, non trovi?
Valori esame audiometrico: classificazione perdita uditiva
Dagli esami audiometrici emerge l'entità precisa della tua perdita di udito (quelli bravi la chiamano ipoacusia) che, in base ai valori, può essere classificata come lieve, moderata, grave o profonda:
- lieve: se il valore emerso dagli esami audiometrici è tra 25 e 30 dB;
- moderata: se il valore emerso dagli esami audiometrici è tra 35 e 70 dB;
- grave: se il valore emerso dagli esami audiometrici è tra 75 e 85 dB;
- profonda: se il valore emerso dagli esami audiometrici è tra 85 e 95 dB.
Ecco, ti ho fatto una panoramica generale sugli esami audiometrici, sull'audiogramma e sui valori relativi alla gravità della perdita di udito. Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti, ti invito a chiamare gratuitamente il numero verde: i nostri operatori saranno lieti di rispondere a tutte le tue domande dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.