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Come funzionano gli apparecchi acustici CIAO?

Parlare di come funziono senza dire come sono fatto al mio interno sarebbe come raccontare la trama di Titanic iniziando direttamente dallo schianto con l'iceberg, tralasciando quindi tutta la storia di Jack e Rose, la scena del “ti fidi di me” e tutto il resto: insomma, sarebbe abbastanza inutile. E poi francamente vado fiero di ogni mio singolo componente. Sono davvero fortunato a poterci fare affidamento: anche perché senza di loro sarei una cuffia o un amplificatore acustico qualsiasi, con rispetto parlando.

Per carità, alcuni modelli di cuffie e amplificatori sono davvero forti, lo ammetto, ma per arrivare ai miei livelli devono ancora mangiare tanti e tanti circuiti…

A differenza loro, infatti, non mi limito ad alzare il volume o a restituirlo così com'è, oppure ad elaborarlo seguendo delle impostazioni standard: vado ben oltre, calibrando le frequenze e l'intensità di voci e suoni secondo le tue specifiche esigenze emerse da un apposito controllo dell'udito (esami audiometrici).

Faccio un po' quello che fa il sarto quando ti cuce un vestito dopo averti preso le misure.

Non a caso, sono un dispositivo medico a tutti gli effetti: cosa di cui mi vanto, ma che al tempo stesso mi responsabilizza sul lavoro che svolgo.

Cosa c'è dentro gli apparecchi acustici?

Se potessi farmi un'ecografia, o peggio una vivisezione (ma ti imploro di non farlo, non amo il dolore e poi perderesti la garanzia), troveresti 5 componenti:

  • batteria;
  • ricevitore;
  • amplificatore;
  • microfono;
  • microchip computerizzato.
Ognuna di queste parti contribuisce al mio funzionamento, adesso ti spiego in che modo.

Esempio di una situazione d'ascolto tipo

Mettiamo caso che sei al bar e stai chiacchierando con qualcuno davanti ad una tazzina di caffè mentre in sottofondo si sentono rumori di vario genere tra cui vociare indistinto e tintinnio di piatti e bicchieri.

In che modo riesco a farti sentire bene in una situazione simile?

Ecco i diversi procedimenti che riesco a completare in tempi super rapidi, senza che tu possa rendertene conto: si tratta di un gioco di squadra dove ciascun componente fa la sua preziosa parte.

Questi sono i tre passaggi principali:

  1. attraverso i miei potentissimi microfoni riesco a intercettare i suoni ambientali, inclusa la voce della persona con la quale stai parlando;
  2. una volta intercettati, dirigo questi suoni verso il microchip computerizzato in modo che possa elaborarli e renderli “su misura” per il tuo udito. Il microprocessore è praticamente il mio cervello, ovvero quello che mi consente di elaborare frequenza e intensità del suono affinché tu possa sentirli senza affanni. Il mio cervello sarà anche piccolissimo, ma non farti ingannare: quello che può fare è davvero gigantesco grazie alla programmazione di un tecnico audioprotesista;
  3. successivamente, è il turno di amplificatore e ricevitore: il primo intensifica il segnale, il secondo lo indirizza verso l’orecchio interno sotto forma di impulsi nervosi, così che possa risultare comprensibile al tuo cervello. Insomma, non solo procedo all’elaborazione del suono, ma faccio anche da traduttore.
Tutto questo avviene in una frazione di secondo, in modo da non alterare i naturali tempi di conversazione.

Spero che questa spiegazione sia stata utile a farti capire qualcosa in più sul mio funzionamento e su quello degli altri apparecchi acustici.

Ad ogni modo, se vuoi saperne di più sulle mie caratteristiche tecniche ti invito a consultare la mia scheda. In alternativa chiama gratuitamente il numero verde: i nostri operatori saranno lieti di rispondere a tutte le tue domande dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.